Rabbia, ansia, bisogno di controllo, accumuli di stress, costrizioni, obblighi autoindotti, disciplina, schemi mentali… sono le condizioni che connotano i disturbi gastrici.
I sintomi più diffusi dell’ansia e della rabbia parlano di bruciori e infiammazioni. Queste due emozioni riuscirebbero a causare bruciore di stomaco e reflusso gastro-esofageo agendo in diversi meccanismi: comprimendo il torace e di conseguenza lo stomaco, schiacciando l’addome e causando un respiro irregolare.
Quella stessa aria che respirate, va a finire proprio nella pancia.
Impara a convalidare le tue emozioni elaborandole nella tua mente, altrimenti si faranno spazio nel tuo corpo innescando diversi disturbi psicosomatici.
Così come esistono emozioni che bruciano lo stomaco, esistono sensazioni in grado di sbloccarti, allontanare lo stress e i pensieri ossessivi.
Gastrite e reflusso nascono dall’eccesso di tensione. Per allentare questo stato potrebbe esserti utile passare del tempo all’aria aperta. Predisponiti a passeggiate, fai ginnastica oppure un giro in bicicletta.
Puoi anche seguire attività appaganti (il ballo, un corso di tennis..)… ma che siano davvero appaganti altrimenti non faranno altro che appesantire il tuo carico emotivo. Lascia andare tutto e trattieni solo ciò che è davvero essenziale e utile per la tua vita.
Il mal di stomaco parla di noi
Nella lettura psicosomatica, chi è sofferente di stomaco, può ravvisare una tendenza (più o meno latente) al controllo; può soffrire, a livello inconscio, di un mancato riconoscimento o di una sbagliata elaborazione dei propri bisogni.
Chi soffre di gastrite (l’infiammazione della mucosa gastrica) e di reflusso (gli acidi contenuti nello stomaco risalgono nell’esofago) avverte un bruciante dolore fisico e digerisce male, compromettendo il piacere legato al cibo e alla convivialità.
Al danno la beffa: non solo hai il mal di stomaco (o il reflusso) devi anche rovinarti l’appetito a causa di questi disturbi!
Gastrite, reflusso, acidità di stomaco… questi disturbi di stomaco possono correlarsi a una persona non abituata a esprimere la propria aggressività.